Alberto Giacometti (1963) | Meridiana | RSI ARCHIVI

"𝐋𝐞 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢. 𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐞. 𝐕𝐨𝐫𝐫𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐫𝐞 𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐯𝐞𝐝𝐨, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐨. 𝐂𝐢 𝐯𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐝𝐨𝐬𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐦𝐛𝐞𝐜𝐢𝐥𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚𝐫𝐞. 𝐕𝐞𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨 𝐟𝐚𝐫 𝐧𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐝𝐨𝐯𝐫𝐞𝐢 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞. 𝐂𝐨𝐧 𝐮𝐧 𝐩𝐨' 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞𝐢. 𝐈𝐧 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭𝐚̀ 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐜𝐮𝐥𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐨."

 Così 𝐀𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐦𝐞𝐭𝐭𝐢 giocava con il giornalista nel suo atelier durante il programma "Meridiana" della RSI Radiotelevisione svizzera, mentre discuteva delle sue difficoltà nel creare le figure che desiderava.

 Giacometti è diventato uno degli artisti più influenti dello scorso secolo, complice anche una certa fortuna nei rapporti con i 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝'𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢 di peso (come Pierre Matisse, il figlio di quello là), e 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐫𝐚𝐦𝐢𝐭𝐞 𝐬𝐨𝐯𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞.

 𝐌𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐝'𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐚𝐯𝐞𝐧𝐝𝐢𝐭𝐚.

Non tutte possono essere prodotte in uno studiolo in casa propria.

Non tutte richiedono l'acquisto di qualche chilo di argilla.

Alcune hanno semplicemente una natura diversa.

Le sovvenzioni pubbliche (sembra che qualcuno lo dimentichi) 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐚 "𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢", 𝐦𝐚 𝐚 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐜𝐚𝐝𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨..

Perché l’arte non deve essere un privilegio per pochi.

L'arte non può, non deve essere un prodotto per pochi.

E soprattutto, vogliamo finalmente riconoscere agli artisti e agli intellettuali il ruolo che svolgono nella società?

"Dopo la sua morte, la sua fama e il valore delle sue opere aumentarono drasticamente" è una delle cose più fastidiose che ricordo dei libri di Storia dell'Arte del liceo!

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