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E se facessimo parlare le carte?


L'articolo è effettivamente interessante.

"Rimane una filiera teatrale tutt’altro che innocente e tuttavia incapace ancora di dire ad alta voce quanto si sia adeguata alle direttive, e non soltanto per sopravvivere. Rimane una comunità che, passato il tempo dell’indignazione e della risposta (auto)biografica a fatti di natura strutturale, deve comprendere che fare, come reagire. Rimangono infine i cittadini e le cittadine, che di tutto questo sanno poco, quasi niente."

A me sembra un punto su cui lavorare sodo. Anche in termini di trasformazione della cultura del "fare arte".

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