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Il mito della resurrezione

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 𝗜𝗹 𝗺𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗲𝘀𝘂𝗿𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲

 La recente "rinascita" dell’enocione, operata dalla biotech Colossal, ha riacceso entusiasmi e polemiche. Tre cuccioli geneticamente modificati, nati per somigliare a una specie estinta 13.000 anni fa, sono stati accolti come simbolo di 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲. Ma dietro questa estetica da #jurassicpark si nasconde un'insidia.

Un'insidia che ricorda da vicino certe nostalgie e che (è chiaro questo) tanti si stanno sforzando di normalizzare: 𝗹’𝗶𝗹𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝘀𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗿𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲, 𝗺𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗮𝗱𝗮 𝗿𝗶𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲.

 Colossal promette di "correggere" l’estinzione. Ma questa idea di restaurazione in cui la tecnologia è usata per creare 𝘀𝗶𝗺𝘂𝗹𝗮𝗰𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 in nome di un bene superiore ricalca, in maniera abbastanza inquietante, le logiche delle derive contemporanee: il sogno di un ritorno a un’età idealizzata, che sembrava perduta, che si vuole riplasmare con strumenti moderni, anche a costo di 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲.

Così come i nuovi "enocioni" non sono in realtà enocioni, ma lupi grigi manipolati per somigliare a un’idea estetica del passato, anche i movimenti estremisti (vogliamo dirlo, di destra e di sinistra?) non cercano di comprendere il contesto storico, ma si limitano a replicare simboli, forme e parole d’ordine per evocare un'identità artificiale, rassicurante, mitica.

In entrambi i casi, 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗲̀ 𝗿𝗶𝗱𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗮 𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗰𝗼𝗹𝗼.

 Il parallelo con i 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 𝗼𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗻𝗲𝗹 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗴𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗶 diventa, a questo punto, quasi banale... e d'obbligo...

Abbiamo tutti letto il commento della maggioranza di governo che intende sostenere gli artisti che si concentreranno su

 famiglia tradizionale

  Patria e

 Dio.

 Creare 𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗶 (e artisti) 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲𝗰𝗼𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗺𝗶 è come piantare alberi senza foresta. Reintrodurre ideologie di cent'anni fa in società profondamente mutate significa generare aberrazioni, organismi ideologici sradicati dal loro contesto storico.

 La #Resurrezione distoglie l’attenzione dai problemi urgenti:

 Perdita di habitat (anche culturali)

 Caccia di frodo (non così diversa dall'effetto che il "mercato a tutti i costi" ha avuto sulla ricerca artistica)

 Crisi climatica (e culturale)

E ignora le cause profonde della crisi in favore di 𝘀𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝗰𝗲𝗻𝗼𝗴𝗿𝗮𝗳𝗶𝗰𝗵𝗲

 dispendiose

 inefficaci

 (per non dire pericolose).

𝗖𝗼𝗹𝗼𝘀𝘀𝗮𝗹 𝗱𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗼𝗯𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗲̀ 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝘁𝗲𝗹𝗮!

𝙈𝙖 𝙨𝙚𝙧𝙞 𝙨𝙞𝙚𝙩𝙚?!?

Quel che vedo (𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑣𝑖𝑙𝑒𝑔𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑞𝑢𝑎𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑟𝑟𝑒 𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎) è che la de-estinzione ci obbliga a una riflessione.

 Ciò che viene “resuscitato”... è davvero ciò che è andato perduto?

O è il risultato di...

 una costruzione artificiale,

 nata da una cattiva lettura del tempo,

 che ci offre solo l’illusione del controllo?

 Va bene la tradizione, ma non tutto ciò che torna indietro, ci porta avanti.

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