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L'incendio del bosco grande @ Lo Quarter

Immagine del redattore: Tonito SolinasTonito Solinas


Viole, violini e violette. Otto fari che fissano una platea inaspettatamente numerosa, considerato il tempo incerto. L’𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di un Direttore che ricorda chi ha sofferto, chi ha sperato e chi ce l’ha fatta. La 𝐝𝐢𝐠𝐧𝐢𝐭𝐚̀ di un Sindaco che porge il saluto di una comunità devastata dalle fiamme. L’𝐞𝐥𝐞𝐠𝐚𝐧𝐳𝐚 di un’autrice che rispolvera la Biennale del 2005 per introdurre il progetto dedicato “agli ultimi”. C’è tanto in questo giardino protetto.

Già mettere sullo stesso palco 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐞𝐝 𝐞𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 sarebbe stato sufficiente, ma qui si è fatto qualche passetto in più. Citazione del Terzo Paradiso di Pistoletto sul fondale. Pistoletto a citare il Terzo Paradiso, in presenza, dalla platea… momento distopico! Un applauso – sulla fiducia – a narratrice e musicisti e si parte! La favola sinfonica si apre con un gesto deciso del Maestro Subrizi. Lo spazio si tinge di atmosfere sognanti, mentre la Volpe Metà ci porta indietro nel tempo, su uno spartito che, con gusto, assume le forme del sottobosco, degli alti fusti, delle radure e degli animali che li popolano. L’opera è didascalica. La musica sottolinea ogni gesto, ogni stato d’animo, ogni cambio di passo. Sulla carta, un’idea vicina a Pierino e il Lupo; di fatto, ci troviamo catapultati nel mondo del cartone contemporaneo. Un po’ Pixar (se sei giovane), un po’ Disney (se sei boomer). Le progressioni armoniche sono confortevoli. Le melodie e i ritmi si intrecciano con garbo. Tagliavini sa usare la voce – e bene! – ma non sempre il suo strumento si fonde in maniera organica con gli altri. Qualche sbavatura che si perdona, anche considerata la location aperta, al centro di un'Alghero viva, nonostante la stagione sia finita. Un buon esercizio di stile. Io sto composto sulla sedia, sereno e soddisfatto. Ma… Dove sono i bambini? Dove si accende la speranza, lì non dovrebbero forse esserci i bambini? Ma bambini, in loggu… A chi parla la giovane Metà? Parla a noi che sappiamo che il mondo è terribile e che gli incendi vengono spesso appiccati da un “bipede”? Parla ai bambini che portiamo dentro, schiacciati da anni di indifferenza? E mentre Paolo mi mostra una foto della Volpe Metà (no vabbè, ma quegli occhi?!?), salvata dal rogo di Montiferru, nella comfort zone della musica sinfonica monta la rabbia. 𝐑𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚. 𝐒𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐫𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚, man mano che Tagliavini dipinge la spensieratezza della giovane protagonista. Man mano che il buio viene annunciato, ma mai totalmente realizzato nello spazio aperto. Man mano che ci si avvicina a “quel” momento che tutti sappiamo che arriverà, “quel” momento che è ormai storia. “Quel” momento in cui tutto è devastazione.

La serata finisce con un lungo applauso meritato sia a chi ha eseguito (brav*!), che a chi ha ideato (brav*!).

A me, però, rimane l’amaro in bocca, perché comunque tredicimila ettari incendiati, due anni di indagini e zero colpevoli, diciamocelo, gira abbastanza le balle!

Comunque, per il futuro, farne una versione in spoken word farcita di allitterazioni? Ma anche Dr. Seuss? PLEASE!!! A me Ortone e il mondo dei Chi ha sempre dato una grande gioia!



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