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"My Ladies Rock" di Jean-Claude Gallotta: la mia personale pietra di paragone

Immagine del redattore: Tonito SolinasTonito Solinas

[Della serie "non può piacermi tutto"]


Raramente mi capita di essere infastidito dal ricordo di uno spettacolo. A volte, lo ammetto, ho difficoltà a perdonare a registi e coreografi lo “sgarbo” di un pezzo poco curato (per indolenza o perché “tanto vende”).

Ma quello che mi è rimasto dentro dopo l’esibizione di My Ladies Rock di Jean-Claude Gallotta del 2021 ha dell’incredibile.

Lo so, a un sacco di persone che mi stanno intorno e a cui voglio bene è piaciuto, ma nel mio piccolo mondo, è diventato il metro di paragone per misurare un pezzo BRUTTO (e non nel meraviglioso senso di Barbascura X).

Dopo 4 anni di tour e una badilata di euro di produzione, le mie aspettative erano certamente differenti.

75 minuti di vuoto cosmico, riempito da un lavoro magistrale di ballerin* bellissim* e preparatissim*, che mi sarebbe piaciuto abbracciare a fine spettacolo.

Diagonali a non finire. Ruote, prese simil-rock, poi lei tutta sexy e lui con lo sguardo languido e la palpebra molle che fa tanto sciupafemmine.

Entrate in scena a destra, seguite da entrate in scena a sinistra.

Quattro passi avanti seguiti da quattro passi indietro.

Poi si replica aggiungendo le braccia.

Poi si replica aggiungendo la testa.

Con Laurie Anderson solo i danzatori bianchi in scena.

Con Aretha Franklin… vabbé neanche a dirlo… lo trovo quasi offensivo.

Picco di down, senza dubbio, con "Me and Bobby McGee"… 11 corpi in scena menano le mani mimando l’assolo di hammond… niente di diverso da quello che faccio io quando ascolto gli AC/DC … ma io, da solo a casa, non devo rendere conto di niente a nessuno.

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