Provezie e sintesi
- Tonito Solinas
- 11 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Leggo l'ultimo post di Donatella Martina Cabras sull'evento "ESSINDI – Studi, riflessioni e pratiche sulla Natura del corpo" (con un workshop condotto da Gabriele Reuter il 12 e 13 Luglio su Understanding Urban Sites).
Leggo il commento a corredo:
𝘓𝘢 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘢 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦:
"𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘮𝘪 𝘮𝘶𝘰𝘷𝘰?" (𝘤𝘪𝘵 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘙𝘢𝘧𝘧𝘢𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘎𝘪𝘰𝘳𝘥𝘢𝘯𝘰) 𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘰𝘷𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢, 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢, 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘷𝘪𝘴𝘮𝘰, 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘳𝘪𝘵𝘪𝘤𝘰, 𝘶𝘴𝘤𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘦 𝘣𝘢𝘳𝘳𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦.
𝘚𝘦 𝘤𝘪 𝘴𝘢𝘭𝘷𝘦𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘴𝘢𝘳𝘢̀ 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦 𝘢𝘭𝘭'𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦.
I testa sento un click...
Negli anni Settanta, Nicole Sullivan interpretava Darlene McBride.
Un personaggio satirico in un programma simile alle nostre produzioni di Guzzanti, Dandini & Co.
Una cantante country dalle opinioni ultraconservatrici, retorica patriottica e razzista, trucco pesante e abiti sgargianti.
All’epoca, una caricatura dell’estremismo politico e culturale americano.
Oggi, riascoltando qualche sketch, emerge una sovrapposizione quasi netta con il trumpismo rampante a cui assistono gli americani giornalmente e che a me, onestamente, interesserebbe poco, se non avesse riflessi così evidenti e regolari sulle politiche nazionali.
Arte e politica sono sempre state intrecciate.
L'una ha sempre rinforzato l'altra. 𝗘 𝘀𝗽𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁* 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗮𝘃𝘂𝘁𝗼 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 (in passato, come meno esperienza e più passione per il mistico, avrei detto profetica al 100%), quanto di 𝗮𝘀𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝗶.
È essenziale difendere la pluralità culturale e artistica nel nostro Paese.
Soprattutto nelle arti performative.
Il vero pericolo?
Perdere la memoria del passato
E non vedere gli inciampi prima che si ripetano
Il rischio è che i cittadini perdano la capacità riconoscere la parodia e di capire l'importanza delle arti come specchi del presente.
Il rischio è di trovarci domattina una McBride o una Vichi al di qua dello schermo.
Le arti sono l'unica forma di attivismo che riesco davvero a riconoscere.
𝗡𝗼𝗻 𝗴𝗿𝗶𝗱𝗮𝗻𝗼 𝘀𝗹𝗼𝗴𝗮𝗻, 𝗺𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝗻𝗼 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶.
𝗡𝗼𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗻𝗴𝗼𝗻𝗼, 𝗺𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝗴𝗮𝗻𝗼.
𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮𝗻𝗼, 𝗺𝗮 𝗳𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝗲.
E a quanto pare, non sono il solo a pensarla così.
Basta guardare cosa sta accadendo alle commissioni ministeriali:
una vera e propria deriva politica che dimostra chiaramente una cosa
Il valore delle arti è strategico.
Lo sanno anche dall’altra parte della barricata.
Ed è proprio per questo che cercano di controllarlo.
La cultura libera e plurale, slegata dalle logiche di mercato, è uno degli ultimi spazi di democrazia e resistenza non violenta che abbiamo nel nostro Paese.
E per questo va difesa. Sempre.



Commenti