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Rolling Stones: "Quello che è successo in Sardegna è chiarissimo"


"Quello che è successo in Sardegna è chiarissimo: 𝘀𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 𝗰𝗿𝗲𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗵𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗲𝘀𝘁𝗲𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗼𝗿𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗮𝘃𝗲𝘀𝘀𝗲 𝘂𝗻 𝘂𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗰𝗮𝗻𝗼𝗻𝗲 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗲𝗽𝗶𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗼𝗿𝗺𝗮𝗹𝗶, 𝗮𝗽𝗼𝗹𝗹𝗶𝗻𝗲𝗶 𝗲 𝗿𝗮𝘀𝘀𝗶𝗰𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗿𝗶𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗳𝗮𝗿 𝗳𝘂𝗼𝗿𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗼. Di fatto si tratta in Sardegna di sei realtà su otto – oltre a noi Carovana SMI - Suono Movimento Immagine, T.off -Officina delle Arti Sceniche, Oltrenotte, S'ALA / spazio per artist+ e la rassegna danza di Sardegna Teatro – declassate o estromesse dai contributi ministeriali, causando dunque un danno ingente sulla pluralità del panorama sardo in termini economici e di ricaduta professionale sul territorio, anzi, per i bocciati potrebbe determinare la fine. Quello che ci stanno dicendo è che la nostra non è davvero danza, dunque Fuorimargine è indirizzato a trasformarsi in un festival internazionale. Invece io difendo il lavoro fatto fin qui, abbiamo decisamente tenuto fede al nostro nome raccontando il margine. Trattiamo la danza come materia eterogenea dando spazio a artisti con disabilità o con retroterra migratorio, offrendo tante possibilità di lavoro a chi vive qui in Sardegna, che è già di per sé un luogo di margine."

Giulia Muroni, co-direttrice artistica insieme a Momi Falchi di Fuorimargine (Cagliari/Nuoro), declassato da Centro di Produzione a Festival.

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