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Buio di Meridiano Zero (parte 1)

Immagine del redattore: Tonito SolinasTonito Solinas

Aggiornamento: 26 gen 2023





Asincronie 2022 | Buio di Meridiano Zero di e con Marco Sanna, Francesca Ventriglia , Giuseppe Sanna e Compagnia meridiano zero è un pezzo 𝐚𝐬𝐬𝐮𝐫𝐝𝐨, nel senso etimologico del termine. Si allontana, infatti, dalla “voce” che mette il 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 al centro del concetto stesso di dignità e valore individuale. È un pezzo che tiene tra le mani il fondamento politico e culturale delle democrazie del nostro tempo e lo espone a una luce critica e terribile. Una 𝙡𝙪𝙘𝙚 che, in un certo senso, assolve il compito più difficile di tutti. Quello di costringerci a 𝐫𝐢𝐟𝐥𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚, 𝐬𝐮 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞. Certo, il punto di vista è fazioso. È chiaro l’omaggio ad Asincronie Festival di Cinema Documentario e Fotografia, che quest’anno ha affrontato non poche difficoltà per essere presente all’Argentiera (ma di questo parleremo a breve). Così com’è chiara la denuncia contro le logiche utilitaristiche che regolano le nostre vite. La speranza? Che si tratti della “prima” di una serie di messe in scena. Comunque, il quadro si sviluppa con grande semplicità (c’è mestiere!) tra immagini di #propaganda, #miniere, operazioni militari, rappresentazioni dal sapore neorealista. Tutte intervallate dal #buio.

I gesti in scena scandiscono il tempo che separa gli estratti del 𝐆𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐙𝐨𝐥𝐚, de "𝐈𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐃𝐢𝐨" 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 e di un (onestamente, a me sconosciuto) “𝐋𝐮 𝐦𝐢𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐢” 𝐝𝐢 𝐌𝐨𝐝𝐮𝐠𝐧𝐨. Sacchi di pietrame che entrano ed escono di scena in un’alternanza di “𝟏” e “𝟎” su una banale lavagna. E se…? E se non fosse una lavagna? E se fosse qualcosa di diverso? Quei numeri sono certamente un... Mi trattengo, ma… 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 #𝐧𝐞𝐫𝐝 Due livelli… (𝑠𝑒𝑔𝑢𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑝𝑜𝑠𝑡 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜)

(photo credit: Romina Tanka )


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